L’ondata di freddo e neve di dicembre 2009 nel Comasco
30 Dicembre 2009Col presente articolo si vuole analizzare brevemente, sia a livello “sinottico” che a livello microclimatico, la dinamica dell’arrivo e gli effetti sulla nostra provincia dell’ondata di freddo e neve che ha interessato il nostro territorio da sabato 12 dicembre a mercoledì 23 dicembre 2009; un’ondata di gelo che, seppur non “storica”, è risultata tra le più importanti e significative degli ultimi decenni!
A livello meteorologico, il mese di dicembre è trascorso sul nostro territorio, fino al giorno 11, all’insegna di un tipo di tempo di stampo “tardo autunnale”: piuttosto mite, con rare (in taluni casi nessuna) giornate di gelo, con alcune giornate con vento di caduta da nord (foehn) e col passaggio di due perturbazioni che hanno portato una discreta quantità di pioggia e neve alle quote medie in montagna.
Lo scenario sinottico è cominciato a cambiare sabato 12 dicembre quando una prima massa d’aria artica continentale ha raggiunto il Nord Italia (e di conseguenza la nostra provincia), entrando dai quadranti orientali e provocando un primo calo termico che progressivamente si è fatto decisamente importante, a tutte le quote, nei giorni seguenti. A livello barico, dopo questa prima irruzione di aria artica continentale, sull’Oceano Atlantico si è rafforzato un robusto campo di alta pressione, esteso dalle Azzorre fin quasi al Polo Nord, che ha permesso la graduale discesa di correnti di origine artico-siberiana sull’Europa. Tali correnti fredde sono andate, a più riprese, ad interagire con l’aria umida mediterranea, generando alcuni minimi depressionari che comunque, fino a venerdì 18 dicembre, non hanno portato nevicate significative sulla nostra provincia se non qualche “fiocco svolazzante” al piano, e deboli nevicate in quota, segnalati tra sabato 12 e domenica 13 dicembre. La seconda, e più intensa, irruzione di aria artica continentale ci ha poi raggiunto tra venerdì 18 e sabato 19 dicembre. Questa volta l’aria fredda non è entrata da Est, dalla “porta della Bora” (come avviene solitamente in questi casi e come è avvenuto con la prima irruzione del 12 e 13 dicembre), ma ha aggirato le Alpi entrando dalla Valle del Rodano, generando un minimo sul Mar Ligure e portando quindi alcune precipitazioni nevose che hanno “rovesciato” il freddo dalle quote più elevate.
L’effetto più diffuso e generalizzato dell’irruzione di aria artico-continentale sulla nostra provincia si è inizialmente avuto a livello termico, con le temperature che hanno registrato una diminuzione importante e progressiva a tutte le quote. Siamo così partiti sabato 12 dicembre quando sulla nostra provincia in pianura si sono registrate temperature medie di circa +1°C per le minime e di circa +10°C per le massime per arrivare, tra sabato 19 e domenica 20 dicembre, a registrare temperature che, mediamente, in pianura si sono assestate intorno ai –10°C nelle minime ed intorno ai –4°C nelle massime, con un calo termico di circa 12-13°C in poco più di 7 giorni! Sulla maggior parte della provincia si sono poi registrate in media 3-4 giornate di ghiaccio (con la temperatura cioè che non supera mai gli 0°C nell’arco dell’intera giornata), tra venerdì 18 e lunedì 21 dicembre. Infine, in quota lo zero termico si è portato dai 1400-1500 mt delle ore centrali di sabato 12 dicembre, fino al suolo tra le giornate di venerdì 18 e di martedì 22 dicembre.
L’ultima considerazione a livello termico riguarda la possibile spiegazione delle temperature molto rigide fatte registrare tra sabato 19 e domenica 20. Esse sono state probabilmente dovute al concomitante verificarsi dell’ultima irruzione di aria artico-continentale (che ha rovesciato il freddo al suolo dall’alto anche sotto forma di neve, freddo che si è quindi ben sedimentato al suolo) associata alla presenza della neve stessa (dopo la nevicata del 18 e 19 dicembre), che ha fatto ulteriormente scendere le temperature grazie all’effetto “albedo”.
20 dicembre: il lago di Como in “ebollizione” con temperatura esterna a -8°C (foto: F. Mascheroni)
A testimonianza della rarità di quanto avvenuto, di seguito riportiamo l’immagine della distribuzione dell’altezza dei geopotenziali a 850 hpa con le relative temperature di domenica 20 dicembre alle ore 6 (si nota l’irruzione artica continentale fredda che ha ormai abbracciato parte dell’Europa continentale e tutto il Nord Italia) e l’immagine col radiosondaggio di Milano Linate nelle ore notturne del 20 dicembre (che evidenzia come il freddo sia davvero intenso e ben presente a tutte le quote e raggiunga, in libera atmosfera, i –8°C a 850 hpa, 1300 mt, i –14°C a 2000 mt, fino a –32°C a 500 hpa, a circa 5200 mt di quota). Entro la prima parte di domenica 20 è quindi andata ad “esaurirsi” l’irruzione di aria artico-continentale, anche se a quel punto il “cuscino” di freddo al suolo era molto ben strutturato.
Immagine 1. Distribuzione dell’altezza dei geopotenziali a 850 hpa con le relative temperature di domenica 20 dicembre, ore 6. (fonte: modello americano Global Forecast System, GFS, http://www.wetterzentrale.de) Si nota l’irruzione continentale fredda che ha ormai abbracciato parte dell’Europa continentale e tutto il Nord Italia.
Immagine 2. Radiosondaggio di Milano Linate all’una di notte del 20 dicembre (fonte: Wyoming University, http://weather.uwyo.edu/upperair/europe.html). Si nota come il freddo sia davvero intenso, sia ben presente a tutte le quote e raggiunga, in libera atmosfera, i –8°C a 850 hpa, 1300 mt di quota, i –14°C a 2000 mt, fino a –32°C a 500 hpa, a circa 5200 mt di quota.
Per quanto riguarda invece la neve, in concomitanzadi questa irruzione fredda si sono registrate 3 perturbazioni significative, che hanno portato nevicate diffuse e piuttosto abbondanti sul nostro territorio. Ma vediamo nel dettaglio.
Dopo i “fiocchi svolazzanti” in pianura e le deboli nevicate in quota, poco produttivi in termini di accumuli, di sabato 12 e domenica 13 dicembre, la prima perturbazione significativa ha interessato la nostra provincia dal pomeriggio di venerdì 18 fino alle prime ore di sabato 19 dicembre (in concomitanza con l’arrivo della seconda irruzione di aria artica continentale che ha generato un minimo sul Mar Ligure, con precipitazioni nevose che hanno “rovesciato” al suolo il freddo dall’alto), portando delle deboli nevicate diffuse sul territorio lariano (ovunque con temperature abbondantemente negative), con accumuli nell’ordine dei 3-5 cm (medi) su tutto il territorio (un po’ più “risparmiati” il Medio e l’Alto Lago). Come tipico in caso di nevicate con temperature negative e freddo presente a tutte le quote, la neve si è presentata soffice e polverosa, con una bassa densità così che, mediamente, i centimetri di neve caduti sono stati maggiori dei millimetri di acqua equivalenti della neve fusa (mediamente 1 cm di neve caduta corrispondeva a 0,6-0,8 mm di neve fusa).
L’aspetto “visivo” che più di altri richiama il freddo, ovvero il paesaggio “bianco e innevato” da questo momento era ben presente.
La seconda perturbazione, la più importante in termini di accumulo nevoso, ha portato un forte peggioramento del tempo e numerosi disagi interessandoci dal pomeriggio di lunedì 21 al mattino di martedì 22 dicembre. Questa perturbazione atlantica è stata accompagnata da correnti meridionali umide e miti (con venti prevalentemente di libeccio), e si sono così venute a creare le classiche condizioni per la nevicata da raddolcimento (con scorrimento di aria più mite sopra al forte “cuscino” di aria fredda formatosi al suolo nei giorni precedenti). Lunedì 21 quindi, già da mezzogiorno ha cominciato a cadere del nevischio mentre, da metà pomeriggio, la nevicata si è fatta moderata, a tratti copiosa; viste le temperature (ha nevicato mediamente a –4°C!), la neve ha subito accumulato ovunque creando numerosi disagi alla circolazione stradale. Lunedì 21 sono caduti in media 25 cm di neve sul nostro territorio. Questa perturbazione è andata ad esaurirsi nella mattinata di martedì portando altri 5-7 cm su tutta la provincia. Anche in questo caso, la neve si è presentata soffice e polverosa, con una bassa densità (1 cm di neve caduta corrispondeva a circa 0,6-0,8 mm di neve fusa).
21 dicembre: piazza Volta a Como ricoperta da oltre 20 cm di neve (foto: S. Vincenzi)
Dal tardo pomeriggio di martedì 22 dicembre, la terza perturbazione del periodo ha fatto il suo ingresso sulla nostra provincia anche se, a questo punto, l’aria mite affluita aveva portato ad un repentino e forte aumento termico in quota. Nel radiosondaggio di Milano Linate delle ore notturne del 23 dicembre si nota infatti come vi fossero temperature negative dal suolo fin verso i 1300 mt di quota, ma poi temperature positive dai 1300 mt fin verso i 2200-2300 mt di quota, con addirittura +3,4°C a 1600 mt! Anche se orograficamente la provincia comasca è un po’ più riparata dalle correnti meridionali rispetto al Milanese (dove è stato fatto il radiosondaggio), e nonostante le temperature al suolo fossero tutte prossime allo zero, non si è ripetuta la nevicata della perturbazione precedente. Sul nostro territorio questo terzo fronte ha portato, in pianura e fino a quote collinari, pioggia mista a neve, neve bagnata o graupel, causando anche alcuni fenomeni di “gelicidio” o vetrone, (pioggia o neve bagnata che gelano a contatto col suolo a temperature sotto zero) creando, dove si è verificato, una sottile e molto insidiosa “glassa” o patina di ghiaccio su tutte le superfici (si veda: articolo di G. Asnaghi). Mediamente sulla nostra provincia sono caduti in pianura e a quote collinari, con questa terza perturbazione, circa 5 cm di neve, anche se in questo caso con una densità molto alta (1 cm di neve corrispondeva localmente fino a 8-10 mm di neve fusa!).
A livello di precipitazioni infine, oltre le tre perturbazioni appena descritte, durante questa irruzione fredda è da segnalare come, localmente, si siano registrate (soprattutto tra le giornate di venerdì 18 e di domenica 20 dicembre) alcune brevi “nevicate” per la nebbia che, sollevatasi dal suolo, è poi “precipitata” sotto forma di galaverna (anche se senza accumuli significativi), non solo al piano ma anche in diverse zone di collina. Tale fenomeno è piuttosto raro sul nostro territorio, a testimonianza che l’ondata di freddo arrivata ha portato con sé tutte le possibili “varianti” del freddo intenso!
20 dicembre: gelo sul Comasco (foto: S. Vincenzi)
La sintesi di questa ondata di freddo e di neve sulla nostra provincia è ben visibile dalla tabella seguente che riporta, per ognuna delle 36 stazioni meteorologiche a norma OMM prese in considerazione (che fanno parte della Rete del Centro Meteorologico Lombardo – MeteoComo), per il periodo 12-23 dicembre 2009, la temperatura minima registrata, la temperatura massima più fredda registrata, il numero di giornate di ghiaccio (giorni durante i quali la temperatura non è mai salita oltre lo zero), ed infine il numero di centimetri di neve cumulati nelle perturbazioni che ci hanno interessato (utilizzando il metodo di rilevazione del Centro Meteorologico Lombardo, ovvero la misurazione dell’altezza massima della coltre di neve raggiunta nelle 24 ore, oppure la somma delle misurazioni delle altezze massime delle singole nevicate in caso di più nevicate distinte verificatesi nello stesso giorno).
Località della Provincia di Como (altitudine s.l.m.) |
Temperatura minima registrata (C°) |
Temperatura massima più bassa registrata (C°) |
Giorni di ghiaccio |
Centimetri di neve cumulati (cm) |
Albese con Cassano (402 m) |
-11,2 |
-3,9 |
4 |
39,5 |
Alzate Brianza (360 m) |
-10,9 |
-4,9 |
4 |
42,5 |
Arosio (308 m) |
-9,1 |
-3,4 |
4 |
42,0 |
Bellagio loc. Cernobbio (700 m) |
-13,4 |
-3,6 |
7 |
53,0 |
Beregazzo con Figliaro (423 m) |
-12,4 |
-3,5 |
4 |
45,5 |
Bregnano (298 m) |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
39,5 |
Brunate – San Maurizio (875 m) |
-7,2 |
-4,3 |
8 |
59,5 |
Cadorago (325 m) |
-8,9 |
-4,4 |
4 |
39,5 |
Cantù (Cascina Amata) (345 m) |
-9,8 |
-4,4 |
4 |
n.d. |
Caraniso di Torno (320 m) |
-8,4 |
-1,6 |
3 |
39,5 |
Caslino al Piano ( 313 m) |
-9,3 |
-5,4 |
3 |
39,5 |
Caslino d’Erba (430 m) |
-10,0 |
-2,2 |
3 |
41,0 |
Casnate con Bernate (320 m) |
-10,8 |
-5,3 |
4 |
41,0 |
Cirimido (282 m) |
-9,2 |
-6,6 |
4 |
42,5 |
Como Aero Club Lago (203 m) |
-8,3 |
-1,0 |
1 |
32,0 |
Como Breccia (350 m) |
-11,3 |
-3,0 |
3 |
41,5 |
Como Camerlata (285 m) |
-10,0 |
-2,8 |
3 |
37,0 |
Como Monteolimpino (290 m) |
-10,6 |
-1,4 |
3 |
37,0 |
Como Rebbio – Lechler (299 m) |
-11,3 |
-5,0 |
4 |
38,5 |
Como Università (240 m) |
-9,0 |
-2,8 |
2 |
35,5 |
Dongo (200 m) |
-5,1 |
1,3 |
0 |
n.d. |
Drezzo (400 m) |
-12,2 |
-3,0 |
3 |
45,0 |
Erba S. Rocco (280 m) |
-9,0 |
-2,9 |
3 |
35,5 |
Gironico (451 m) |
-12,7 |
-3,7 |
4 |
46,5 |
Lenno (207 m) |
-3,8 |
0,6 |
0 |
n.d. |
Lomazzo nord (290 m) |
-9,9 |
-5,4 |
4 |
n.d. |
Lomazzo ovest (290 m) |
-9,2 |
-5,3 |
4 |
40,0 |
Moltrasio (240 m) |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
35,5 |
Mozzate (254 m) |
-10,3 |
-5,9 |
4 |
36,5 |
Olgiate Comasco (380 m) |
-14,3 |
-3,7 |
4 |
42,0 |
Ossuccio (217 m) |
-2,9 |
1,5 |
0 |
n.d. |
Pellio Intelvi (702 m) |
-11,1 |
-3,3 |
7 |
n.d. |
S. Fermo d. Battaglia (340 m) |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
38,5 |
Valmorea (415 m) |
-13,3 |
-3,7 |
4 |
41,5 |
Veniano (330 m) |
-10,9 |
-5,4 |
4 |
41,0 |
Villa Guardia (363 m) |
-12,3 |
-3,7 |
4 |
38,5 |
Tabella 1. Dati rilevati da 36 stazioni meteorologiche a norma OMM della rete Centro Meteo Lombardo – MeteoComo durante l’ondata di freddo sulla nostra provincia dal 12 al 23 dicembre. Vengono riportate: la temperatura minima rilevata, la tempertura massima più bassa fatta registrare, il numero di giorni di ghiaccio rilevati ed infine la somma dei centimetri di neve caduti nelle perturbazioni del periodo. Dove i dati sono incompleti o non disponibili viene riportato n.d.
20 dicembre: qualcuno meglio attrezzato di certi automobilastri… (foto: S. Rossetto)
In conclusione, possiamo dire come l’irruzione fredda (legata alla discesa di alcuni impulsi di aria artica continentale) che ha interessato il nostro territorio dal 12 al 23 dicembre sia stata certamente “importante”, “rara” e, per alcuni degli effetti avuti, piuttosto “eccezionale” anche se, per la brevità della sua durata oltre che per il fatto che si sono registrati valori termici e nivometrici importanti ma non “unici”, non di rilevanza “storica”. Infatti, a livello termico, nelle giornate più fredde nessuna zona del nostro territorio ha fatto registrare temperature minime e massime contemporaneamente “eccezionali”; così nelle zone dove è prevalso il cielo sereno si sono sì registrate temperature minime “eclatanti” ma non altrettanto è successo per le temperature massime, mentre viceversa nelle zone dove è prevalso il cielo oscurato dalla nebbia si sono registrate temperature massime “straordinarie” ma non altrettanto a livello di temperature minime. Storicamente infatti sul nostro territorio si sono registrate temperature simili nel febbraio 1991, nel dicembre del 1996, nel marzo del 2005 e, certamente ancor più basse, nel gennaio 1985. Significativo, ma anche in questo caso non “storico”, che su buona parte della provincia si siano registrate 3-4 giornate di ghiaccio consecutive (nel dicembre del 1996 furono almeno 5).
Per quanto concerne la neve infine, precipitazioni nell’ordine dei 40 cm in pochi giorni sono piuttosto rare ma non eccezionali visto che, ad esempio, tra il 26 ed il 28 gennaio 2006 si sono accumulati fino a 70 e più cm di neve su buona parte della provincia comasca.
Irruzione fredda quindi “significativa ed importante”, che verosimilmente ha tempi di ritorno ogni 10-20 anni, e che ha concentrato, in pochi giorni, tutti i principali effetti che il freddo e l’inverno possono regalarci!
Giuseppe Aceti
Ecco alcune foto scattate nel periodo dal 18 al 26 dicembre 2009: