L’inverno 1908 – 1909 nella Lombardia nordoccidentale
29 Febbraio 2004
Novembre e dicembre 1908: dall’autunno all’inverno |
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Sulle montagne del Lario l’inverno si presenta con l’inizio di novembre. E’ però la nebbia la protagonista dell’ultimo scorcio dell’autunno meteorologico: persiste per diversi giorni, in particolare nei giorni 11, 12 e 13 novembre, insistendo soprattutto nelle ore notturne ed al primo mattino. Come di consuetudine le cannonate del Carescione annunciavano quotidianamente ai Comaschi la presenza in quota del sole, splendente al di sopra dello strato di inversione. |
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Nella notte tra il 23 ed il 24 novembre il foehn soffia impetuoso sulla città: vetri rotti, vasi atterrati, palizzate temporanee divelte presso alcuni cantieri e come ci riportano le cronache, qualche passante atterrato dalle furie di Eolo. Alle ore 9.00 del 24 si segnala ancora vento forte da nordovest, un’umidità relativa del 21% ed una temperatura di ben 11,8°C. |
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Le raffiche si placheranno solo nel corso della giornata, con una temperatura massima di +12,5°C. Il vento di caduta fa sentire i suoi effetti anche a Milano, dove la temperatura massima arriva a +15,3°C. Dopo la breve fase favonica, sebbene permanga il bel tempo, la temperatura si fa più rigida: |
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grosse brinate imbiancano ogni mattina campagne e contrade della convalle. Nella notte tra il 10 e l’11 dicembre si registra il primo episodio nevoso dell’inverno. A Como la neve inizia a cadere dopo una giornata complessivamente fredda (temperature comprese tra -0,3°C e +2,0°C) e con cielo coperto. La nevicata, seppur modesta (in città alle ore 9.00 del giorno 11 si misurano 7,5 cm.) lascia spazio a giornate serene e fredde. |
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Gennaio 1909 |
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Il 1909 si apre all’insegna di un freddo moderato. A Como si toccano punte fino a 6 gradi sotto lo zero (-4,8 a Milano); il giorno 28 dalle cronache si evidenzia come il lago di Montorfano sia completamente ghiacciato. Le precipitazioni sono scarse (a Milano cadono 11,4 mm. di acqua): il periodo siccitoso, unito al gelo, determinano nell’Alto Lario ed in Valchiavenna la sospensione od il rallentamento del lavoro negli opifici, soprattutto di quelli che dovevano la loro forza motrice alle acque del Mera. Il freddo non raggiunge però punte eccessive e si mantiene lontano dai valori estremi osservati in Europa centrale e nella vicina Svizzera (la superficie dei laghi di Costanza e Zurigo ghiaccia quasi interamente e la navigazione viene sospesa). |
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Temperature medie decadali osservate a Milano Brera: si noti come la prima decade di febbraio, la più calda dell’inverno, anticipi la netta recrudescenza del freddo della fine di febbraio. |
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Le grandi nevicate del febbraio 1909 |
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Nella prima decade di febbraio il freddo si attenua, lasciando spazio a giornate decisamente miti nelle quali nella convalle comasca trionfa il bel sole latino. Anche nella vicina Milano le giornate si fanno miti: il giorno 6 febbraio si raggiungono ben 16,3°C. E’ il valore assoluto più elevato registrato dall’1 di novembre 1908 e tale resterà anche fino alla conclusione del trimestre invernale.
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Dopo una lunga sequela di bellissime giornate alcune fredde ghiacciate, altre veramente primaverili, mercoledì 10 febbraio per la pianura ha inizio il secondo episodio della stagione: ha cominciato (a Como) in mattinata a cadere qualche rado fiocchetto, poi nel pomeriggio i fiocchi si sono fatti più spessi. In principio pareva una polvere minuta bianca, poi più tardi i fiocchi divennero falde a dirittura, e la città si coprì di un bianco lenzuolo, come si usa dire tradizionalmente. Fin dalla serata la circolazione a Como si rende difficoltosa ed i tram elettrici sospendono le loro corse, poiché la neve caduta produce slittamento e interruzione di corrente. La nevicata è intensissima: alle ore 8.00 di giovedì 11 febbraio in piazza Cavour si misurano 40 cm. di neve. Il servizio tranviario è interrotto. Alle ore dodici l’altezza della neve supera i 50 cm., per arrivare nel primo pomeriggio a ben 60 centimetri. Alle porte di Como, lungo la S.S. Lariana che conduce a Blevio e Torno cadono diverse valanghe (10 grosse valanghe secondo L’Ordine di venerdì 12 febbraio) che ostruiscono completamente il passaggio. L’interruzione temporanea della statale ed il pericolo incombente lasciano come alternativa i piroscafi della Lariana (ed altri natanti), utilizzati nella serata di giovedì e la mattina di venerdì dai numerosi operai che giungevano in città. |
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Ricostruzione della carta della pressione al suolo del 12 febbraio 1909 a cura di http://www.wetterzentrale.de |
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Altre valanghe – senza danni rilevanti – precipitano lungo la sponda occidentale del lago presso Brienno. Solo dal tardo pomeriggio in città la neve si trasforma in pioggia. In città i lavori per lo sgombero della neve proseguirono sia sabato che domenica 14 febbraio: lunedì prima delle 7 e mezza numerose squadre di operai ingaggiati nei paesi vicini alla città per ordine perentorio del sindaco, erano già sul portone del Municipio in attesa di riprender con lena rinnovellata i lavori che in giornata faranno pure notevoli progressi, malgrado che il freddo ed il gelo della scorsa notte abbiano indurito i cumuli di neve che ancora rimangono sulle strade e sulle piazze.
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Le precipitazioni risultarono abbondanti ovunque, sul lago come nel Triangolo lariano (a Lurago d’Erba 60 cm.). Anche a Milano tra il 10 e l’11 febbraio si misurano 48 cm. di neve, prima che i fiocchi si tramutino in pioggia (95,1 i mm. totali di acqua e neve fusa in 3 giorni). |
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Quantitativi d’eccezione in quota e nella provincia di Varese (le cronache riportano 85 cm. a Viconago, 100 cm. a Luino, 150 cm. a Cunardo). Sul tratto tra la stazione di Ghirla e quella di Ganna, e precisamente oltre la fermata Eden, in prossimità del laghetto di Ghirla, dall’alto della montagna si staccò un’enorme valanga di neve che, scivolando per i pendii, ricoprì la strada provinciale ed i binari di uno strato alto 6 o 7 metri per una larghezza di oltre 200, minacciando di travolgere cascinali. |
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L’eccezionale nevicata fu seguita da una recrudescenza del freddo: sul finire della seconda decade il lago di Varese si presenta, per la gioia dei pattinatori, completamente e solidamente gelato in ogni sua parte. Il 24 febbraio sia a Como che a Milano si registra una punta di -5,1°C. Il 25 febbraio per in gran parte della Lombardia le temperature non superano gli 0°C: è una giornata di ghiaccio sia per il Comasco che per il Milanese. Con il freddo ricompare però anche la neve: a Como la neve ha voluto fare una sua apparizione e scendere a trovare quella che il freddo intenso di questi giorni e la cura del Municipio ci hanno conservato nelle vie. La mattina di venerdì 26 febbraio si misurano in città 5 cm. di neve ed una temperatura di ben -4,0°C. Le precipitazioni proseguono e nelle ventiquattr’ore successive cadono altri 18,5 centimetri. Dai dati puntuali dell’Osservatorio di Milano Brera si osserva come nel capoluogo, a partire dal 25 febbraio, ebbero ben 5 giorni consecutivi con precipitazioni nevose, concentrate soprattutto tra il 25 (5 cm.) ed il 26 febbraio (21 cm.). |
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Marzo 1909: ancora neve | ||||
L’inverno non è concluso: la mattina di venerdì 5 marzo 1909 Como si sveglia ancora una volta sotto la neve, che continua a cadere per tutta la mattinata prima che un vento impetuoso spazzasse le nubi. Neve e gelate continuano dunque a susseguirsi: dalle colonne dei quotidiani gli osservatori meteorologici prevedono nuova neve. Puntuali, tra il 7 e l’8 marzo nuove nevicate interessano la Lombardia ed il comasco. A Milano si misurano 6,5 cm. di neve (3,5 cm. il 7 e 3,0 cm. l’8 marzo). A Como città alle ore 9 dell’8 marzo si misurano 8,0 cm. di neve. Ma è il Varesotto che balza alle cronache: le nevicate incessanti sommergono la città privandola delle comunicazioni telegrafiche e telefoniche con alcuni dei centri del circondario. Lungo la linea della Valganna sono numerosi i pali caduti e spezzati della corrente elettrica. Il servizio postale per la Valganna, dove la neve raggiunge quasi il metro di altezza e per Luino è quasi completamente interrotto. I tram cittadini fanno servizio ad intervalli e per alcuni, bloccati, si dovette farne ricerca.
Giovedì 11 marzo in mattina pioggia mista ad acqua interessa Como e la sua convalle, ma nelle zone più elevate e sui monti ancora una volta è neve! E proprio sui monti che sovrastano la città, stando alle cronache, si era ormai prossimi a superare i 2 metri di neve: |
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La neve è invece ancora una volta incessante in tutto il Varesotto e prosegue anche il giorno 12. Con la seconda metà di marzo si avverano le previsioni dei meteorologi, quasi con esattezza matematica: avevano preannunziato, stando al proverbio della Ceriola, che il cattivo tempo sarebbe cessato col 13 corrente, ed il cattivo tempo sembra definitivamente tramontato col 15. Oggi abbiamo una giornata veramente primaverile e che la duri così per un lungo periodo. |
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Il colpo di coda di aprile |
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L’inverno lascia dunque spazio alla primavera ma non mancherà di ricordare la sua presenza. In molti luoghi della Lombardia e fin nel centro di Milano, il 4 aprile i fiocchi faranno un’ultima fugace apparizione. |
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Gabriele Asnaghi |